Che belle lettere hai ripescato! È incredibile che ancor prima di vederci ti avessi scritto quella frase (“Io ti sento già vicino. Allora la prossima volta che mi sentirò triste penserò a te”). Ma anche quando più sotto ho scritto: “Mi piace quando mi incoraggi”. Eh, sì: mi piace moltissimo quando mi incoraggi, poi tu ci riesci benissimo e a volte, quando ascolto il tuo bel tono di voce calmo e sereno mentre mi parli del mio futuro e delle mie capacità, mi viene una calma e una tranquillità nel cuore, e una sicurezza incredibile. Spero che tu non smetta mai di incoraggiarmi!
Mi han fatto sorridere, rileggendole oggi, le lettere del giorno del nostro incontro: da un lato, abbiamo espresso entrambi i nostri sentimenti e le emozioni provate, però il tono, rispetto a quelle che ci scriviamo adesso, era così “composto” e “educato”! Non fa un po’ sorridere? A me sì, anche perché ricordo benissimo com’ero al tempo stesso tranquilla (perché m’ero sentita a mio agio e perché l’incontro con te non aveva smentito l’immagine ideale che m’ero fatta) e scombussolata per la sorpresa e l’emozione, e cercavo di rendere il tutto, nello scriverti, senza “sgarrare” troppo dai limiti delle convenienze. Che ridere!
Ora ti racconto il sogno di stanotte in cui c’eri tu. Mi avevi accompagnata nell’ufficio dove lavoravo e te ne stavi un po’ in disparte, mentre io scannerizzavo delle immagini. A un certo punto, la capa (una signora di mezza età che somigliava ad Angela Merkel) è venuta verso di me facendomi una sfuriata: secondo lei avevo scannerizzato male le immagini che m’aveva chiesto. Era davvero arrabbiata e pretendeva che rifacessi tutto da capo. Io ero dispiaciuta perché ero certa d’aver fatto tutto bene e ci sarebbe voluto un sacco di tempo per rifare il lavoro, però non sapevo come dirglielo. Allora TU sei venuto verso di noi, con passo sicuro ma tranquillo, e, con tono che non ammetteva repliche, le hai preso di mano i fogli, l’hai guardata in faccia (lei s’era ammutolita) e le hai detto, sventolandole i fogli sotto il naso, che avevo fatto tutto bene e basta. E lei non ha osato ribattere! E poi sei stato vicino a me mentre terminavo di scannerizzare le immagini restanti e mi aiutavi a piegare i fogli. E ogni tanto mi coccolavi. Io mi sentivo felice, e la megera ci guardava in cagnesco da lontano. Dopo noi sorridevamo perché non appena finivo quel lavoro saremmo andati insieme al parco e nel sogno mi guardavi proprio con quello sguardo meraviglioso che hai nella realtà! Peccato che prima di finire il lavoro mi sono svegliata per colpa del telefono (alle 7 del mattino!). Però è stato fantastico averti sognato mentre mi difendevi e anche mentre ti restituivo i baci vicino allo scanner, mi sembrava di darteli veramente. E poi è stato bellissimo come eri contento di me e di quello che facevo: vorrei sognarti tutte le notti!