Ricavare un senso dalla propria vita è doveroso, necessario, essenziale. Ho sempre inseguito la bellezza, e ho sofferto ogni volta che sentivo di non riuscire a raggiungerla, o di dovervi rinunciare. Una condizione che m’ha accompagnato fatalmente, forse fin dai primi anni, come una vocazione. E quando il dolore si fa sordo e pervasivo, diventa importante — essenziale, direi — riattivare quelle funzioni vitali che s’erano messe provvisoriamente in sonno, per la pigrizia dell’abbandonarsi. Quelle fisiologiche innanzitutto, con la focalizzazione del fare, e quelle intellettuali, con il riannodarsi dei fili che s’erano staccati dalla rete cognitiva.