La persona che possiede una spiritualità gode di un vantaggio competitivo verso chi non la possiede, o non la conosce, o la rifiuta. Perché ha conferito un senso al proprio esistere, ha acquisito un modello e un rifugio, un riferimento, una direzione in cui volgere lo sguardo. Può porre domande e cercare ispirazione, sapendo che qualcuno lo ascolta; può anche condividere una fede sperimentando la comunità d’idee e d’intenti. È in grado di fare diverse cose che la persona sprovvista non può fare, perché non conosce il vuoto, dunque ha un indiscutibile vantaggio. Un privilegio, probabilmente.