Forse si è sempre in attesa di qualcosa. Spesso è un cambiamento sostanziale e sostanzioso, una virata del corso delle cose, e se si vedono segnali che vanno in quella direzione lo spirito riprende respiro. Poi anche il fisico deve re-imparare a respirare, perché nel tempo la tensione porta a sincopare i respiri, a fermarli e a non completarli. Riprenderne il ritmo fisiologico diventa importante, anche perché serve un po’ di serenità per poter pianificare la possibile svolta, evitando il rischio che questa si presenti senza essere riconosciuta. Si tratta di cambiare intonazione al proprio sentire: se aspettare ciò che non accade, alla lunga, può diventare insopportabile, l’attesa di qualcosa che possa risvegliare, risolvere, cambiare orizzonte mobilita comunque le energie che ancora restano. È qui la differenza: quando gli obiettivi mancano o non riescono a definirsi, è difficile dedicarsi, fare, a volte anche pensare: diventa uno sforzo enorme. Invece bisogna riuscire a rientrare nel senso, questo blocco indispensabile di significatività che solo può dare forma alle giornate, alle settimane, ai mesi.