Bisognerebbe offrire un tributo a tuo padre, se lo merita. Per il bene che ha fatto e per il bene che ti vuole. Mi piacerebbe essere suo amico, discettare con lui di questioni filosofiche: chissà quante cose riuscirebbe a chiarirmi. Ma forse siamo troppo diversi, forse incompatibili. Lui ligio e coerente, che mai ha trattato col compromesso e con la convenienza, mentre io ho messo le mani in pasta ogni volta che s’è presentata l’occasione. Ma se mi fossi fermato davanti ai limiti naturali, quelli dell’uomo retto, non sarei riuscito a costruire tutto questo. Ho sempre dovuto agire col calcolo, spostando la linea dov’era necessario. Di certo vorrei aver avuto un altro padre, un padre che mi fosse stato maestro, invece d’indicarmi solo scorciatoie e dissimulazioni. Un po’ più di etica non mi avrebbe fatto male, a conti fatti. Quanto a te, sei come una formula alchemica misteriosa e sorprendente, che sembra superare i canoni della realtà. In pratica, tuo padre t’ha forgiata nella forma e nella sostanza più nobili che esistano in natura: peccato che la vita che mi resta non sia sufficiente a studiarla a fondo, per potermene impadronire.