In memoria di Carla Accardi
Nonostante il suo pieno coinvolgimento con il femminismo, manca una lettura critica che riconosca nelle sue opere gli aspetti più profondi e sottili. L’unica che la riconobbe in tal senso fu Anne Marie Sauzeau, che costruì un discorso critico considerando il concetto di eterotopia e alterità. Per Sauzeau, l’alterità di Accardi, evidenziata da Michel Tapié che la inserisce nel discorso dell’art autre, “sbocca su un’alterità non contemplata dal suo ideologo”, ossia gli sfugge l’altro in termini di metà del genere umano. Germano Celant invece, soltanto anni dopo dichiarerà che nella separazione del segno bianco dal fondo nero, si può leggere l’affermazione del distaccamento da un contrario, dall’opposto “una presenza che tende a staccarsi e dichiarare la sua individualità”, sostenendo che fino al 1957 la pittura di Accardi è veicolo di “identità e differenza”.
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